Ho trovato le mie poesie da L'immaginazione.
Eccole qui, sotto! :)
Nota
di Alexandru Matei:
“Sia che parli di
Ulisse o di Kafka, dello ieromonaco Ghelasie, di Mike o del soldato D., Ofelia
Prodan ha una voce costante, come se non fosse lì, come se – e così infatti è –
la sola ragione della presenza di questi personaggi fosse raffigurare dei segni
di riconoscimento di un’umanità che ha concluso la propria narrazione, alla
quale non è più possibile guardare se non da bordo campo, da dove la poesia può
dirsi senza rivelarsi, essa stessa, come un mito in rovina. Proprio della
poetessa è un atteggiamento distaccato, che l’aiuta a percorrere i territori
più disparati, trasformandoli in territori poetici, senza dire nulla dell’“io”.
Di questa poesia si potrebbe dire che è postapocalittica – né modernista, né
postmodernista, ed ecco rivelati i miei scrupoli nominalisti – per un motivo
semplice da enunciare: a pari distanza dalla volontà di dominio di cui dà prova
l’avanguardia e dalla fedeltà alla tradizione della letteratura conservatrice,
i versi di Ofelia Prodan spalancano le porte di un mondo ambiguo, in cui non
può più accadere nulla di assolutamente buono né cattivo”.
Poesie
di Ofelia Prodan
Traduzione
dal romeno di Mauro Barindi
(da L'immaginazione, numero 291 gennaio-febbraio 2016)
Stige
Ad
Achille non è rimasta più una dracma,
Achille
è fallito
per
tutta la notte ha giocato a tria
con
Ulisse e ha perso una partita dopo l’altra
Achille
è convinto che Ulisse ha barato
si
chiude imbronciato in una stanzetta
e
piange a dirotto
forse
qualche dea dabbene
si
impietosirà e gli allevierà
la
terribile sofferenza, sussurrandogli il luogo segreto di qualche tesoro
nascosto.
il
monte Olimpo rimane però impassibile
è
l’ora in cui le dee fanno le loro abluzioni
poi
si agghindano per indurre in tentazione
i
poveri mortali.
Achille
pieno di vergogna smette di piangere
si
guarda curioso il tallone
tende
la mano destra e si afferra stretto il tallone
tenendosi
sospeso sopra lo Stige
Ulisse
corre dietro ad Achille come un centauro
giura
su tutti gli dei di non aver imbrogliato nemmeno una partita
Achille
non gli crede affatto
è
colto da un attacco di panico e libera
il
tallone dalla presa
Platone
e Socrate
Socrate ronfa da far vibrare le pareti
della prigione, si agita nel sonno
e blatera senza senso.
Platone entra di soppiatto nella prigione
e tende un orecchio vicino alla bocca di
Socrate per non perdersi una sola parola
ha con sé una vecchia tavoletta di cera
e con uno stilo vi incide zelante ogni
parola profferita nel sonno da Socrate
tra una pausa e l’altra, Socrate smette
di parlare e insulta con brutale ardore
tutti gli ateniesi
Platone stupito smette di scrivere
e rimane collo stilo sospeso in aria, e pensa,
aggrottando la fronte, se sia o no
un bene scrivere simili terribili
improperi sulla sua tavoletta
ma, siccome Socrate si mise a parlare
di nuovo, Platone decise di pensare
a quell’importante questione
in tutt’altre circostanze
anzi, decise che sarebbe stata un’ottima
idea sperimentare la maieutica sul suo buon
maestro
prima che gli ateniesi infuriatissimi gli
facessero la pelle.
Errabondo
in
riva al mare, nella sua tana
al
calduccio, dorme da mille anni
il
pazzo e santo Errabondo
dorme
con un occhio aperto su questo mondo
per
vedere che cosa combina la gente
e
con un occhio sull’altro mondo
dove
non c’è pace come potremmo immaginare
bensì
una baruffa spietata
Errabondo
vede molta meschinità nel sonno
sia
in questo mondo, sia nell’altro
va
su tutte le furie e sgrida come un ossesso
ora
l’umanità, ora i morti
una
donna misericordiosa si prende cura di lui
la
gente non vede di buon occhio la sua abnegazione,
pensa
di comprarla offrendole
soldi
e pregiate stoffe
Errabondo
si infuria ancor di più
apre
tutti e due gli occhi su questo mondo
si
erge in piedi come un gigante
e
con il suo santo bastone dà un fracco di botte
che
la gente ha ricordato per altri mille anni
Le
cose prodigiose
sulla meravigliosa isola di Busillis
girano senza sosta
da secoli le prodigiose cose
inventate da Busillis
inventa al buio
cose prodigiose cui trova
un posto su misura
sulla sua meravigliosa isola
pirati spietati,
insaziabili, e
maldestri lo osservano senza capire
niente di quello che inventa
Busillis
pirati armati fino ai denti
distruggono tutte le prodigiose cose
inventate da Busillis
proprio mentre Busillis
inventa
una cosa mai vista prima
e ancor più prodigiosa
sulla meravigliosa isola di Busillis
tutte le cose prodigiose
inventate da Busillis sono fatte a
pezzi
un’unica cosa
più prodigiosa di tutte le altre
è al centro dell’isola
e gira con precisione
astronomica
attorno alla Terra.
Nicole
Nicole, ragazza di provincia dalle gambe
lunghe e snelle e con studi superiori
va pazza per le automobili decapottabili.
Ma Nicole, ragazza di provincia tentata
da lusinghe terrestri ogni tanto ha pii
pensieri. A notte fonda ferma
una decapottabile e sfoderando un timido sorriso dice
al conducente: Per favore, portami
al monastero più vicino,
perché voglio raccogliermi in preghiera!
Il conducente, ammutolito per lo stupore,
abbassa il volume della radio e guardandola con cupidigia
le dice con un groppo alla gola: Salta su!
Nicole si siede come una collegiale
le ginocchia accostate
le mani posate in grembo, e ascolta rapita
quello che il conducente le va dicendo con voce
gutturale sulla fede, sulla preghiera,
sul digiuno e su altre cose sante. Nicole già si vede
al monastero, coperta da una tonaca lunga e nera
per seguire la via della fede senza alcuna distrazione.
La decapottabile sfreccia sulla strada
a notte fonda, la radio si sente in sordina,
Nicole sogna degli angeli, con le mani congiunte
in grembo, Nicole sogna di essere in paradiso,
il conducente sogna di essere in paradiso, svolta
a sinistra e si ferma nel cortile della sua villa a
due piani con piscina.
(da L'immaginazione, numero
291, gennaio-febbraio 2016)
(traduzione dal romeno di Mauro Barindi)